Incontrare lo psicologo: piattaforma online o in studio?

Da qualche tempo online è possibile trovare piattaforme che offrono servizi di consulenza psicologica in varie forme: chat, informazioni di auto-aiuto e percorsi di sostegno.

Ma quali sono le differenze con lo psicologo “in studio” come siamo abituati a pensarlo? Ho provato a sintetizzarle qui, partendo dal punto di vista del paziente.

Per quanto riguarda il primo punto, si parla di “servizio standardizzato” in quanto usufruendo della piattaforma si viene “matchati” ad uno dei professionisti iscritti a quest’ultima sulla base di un algoritmo. E’ l’algoritmo cioè che basandosi su una serie di requisiti -fra cui il problema da risolvere o il disagio da affrontare- e il campo di intervento dello psicologo ne suggerisce uno fra gli aderenti al sito o all’App utilizzati.
Viceversa, decidendo di iniziare un percorso senza iscriversi ai servizi online, indubbiamente si avrà maggiore libertà di scelta potendo selezionare e contattare uno o più professionisti semplicemente cercando su Google o facendo riferimento ai siti degli Ordini.

Con il secondo punto arriviamo a una delle note salienti: LE TARIFFE.
Uno dei motivi per cui molte persone accedono ai servizi psicologici tramite piattaforma è che spesso queste offrono hanno un prezzo accessibile (solitamente 40-50euro/h per le sedute individuali), dando la possibilità a un maggior numero di persone di effettuare un percorso. Dall’altra parte, se le tariffe dei professionisti “tradizionali” sono mediamente più alte, è anche vero che con la Legge Bersani è stato abolito il tariffario per la professione. Nel libero mercato, dunque, troviamo chi richiede tariffe in un range che va da alto (es. 120 euro/h per seduta individuale) a basso o medio basso (40-50 euro/h), ed essendo appunto un libero mercato si ha la possibilità di informarsi (il professionista è sempre tenuto a specificare i costi della prestazione) e scegliere anche in base alle proprie possibilità. E’ da sottolineare che molti professionisti offrono la possibilità di accedere a tariffe agevolate e dunque in caso di difficoltà economica è raccomandabile farlo presente.

Per quanto concerne le modalità, le piattaforme per definizione offrono un servizio che è esclusivamente online. D’altro canto, scegliendo in maniera autonoma uno psicologo “tradizionale” si ha la possibilità di parlarne e identificare insieme la modalità preferibile: la maggior parte dei colleghi ormai offre la possibilità di effettuare le sedute anche a distanza.

E qui arriviamo all’ultimo punto: la possibilità di accedere online ai servizi psicologici e dunque a un più ampio numero di professionisti ha sicuramente sdoganato alcuni tabù relativi alla stanza di terapia. La maggiore accessibilità, dunque, porta un contributo indubbiamente positivo a livello culturale circa i molti pregiudizi nutriti verso la figura del terapeuta. Tuttavia, paradossalmente, l’immediatezza del servizio online potrebbe essere uno svantaggio rispetto alla motivazione del paziente.
Recarsi nel setting “analogico” presuppone una maggiore quantità di tempo ed energie da investire nel proprio spazio privato, che prende così forma all’interno della stanza di terapia. L’online, ovviamente, ha il vantaggio e lo svantaggio di poter essere fatto da ovunque, in qualunque condizione. Insomma, c’è il rischio che l’ora di colloquio non sia più tempo dedicato ma tempo ritagliato.

Con questo non si vuole dare alcun tipo di giudizio su quale modalità sia migliore o peggiore (anche perché chi scrive eroga il servizio sia online che in presenza), ma semplicemente fornire degli spunti di riflessione e materiale per andare incontro a una decisione più consapevole nella scelta del futuro terapeuta.